Una mostra in due episodi all’ArgeKunst di Bolzano
Flowers and Documents - Arrangement I and II è l’ultimo progetto espositivo in due capitoli, appena terminato all’ArgeKunst di Bolzano, a cura di Emanuele Guidi.
Martina della Valle in collaborazione con Rie Ono, One flower one leaf #3. Fiori Recisi, vaso, dimensioni variabili, 2017. ©ar/ge kunst, Foto Luca Guadagnini, 2017
Come stagioni consecutive, i due capitoli Arrangement I e Arrangement II hanno raccolto e messo a confronto posizioni di artiste e artisti il cui interesse nelle composizioni floreali, apre a esplorazioni in campi di ricerca diversi e paralleli. Partendo da questo tempo tradizionale in pittura, ed entrando in dialogo con il paesaggio del Sudtirolo con la sua rigogliosa e radicata industria floricolturistica, la mostra ha presentato pratiche che si concentrano e confrontano in maniera critica con i concetti di decorazione, ornamento, effimero e marginale.
Bouquet e Ikebana presentati come dispositivi che permettono di muoversi al margine di eventi storici e del “presente estremo”, per affrontare questioni come la decolonizzazione, la legalità, l’identità culturale e il placemaking. Allo stesso tempo, mettono in discussione l’idea di documento offrendo modi trasversali per comprendere sia la natura di “testimonianza e “reperto” (exhibit), sia l’atto stesso del mettere in mostra.
In ordine: Kapwani Kiwanga, Flowers for Africa, 2014 – in progres; Milena Bonilla e Luisa Ungar, Ladies, Parrots and Narcotics, fiori recisi e vaso, lecture-performance. ©ar/ge kunst, Foto Luca Guadagnini, 2017; Veduta della mostra il 22.06.2017- ©ar/ge kunst, Foto Luca Guadagnini, 2017
In occasione di Arrangement II, che Platform Green ha visitato poco prima della chiusura, Martina Della Valle ha presentato One flore, one Leaf #3, ricerca in progress che parte dallo studio dell’Ikebana per affrontare l’analisi delle zone residuali del paesaggio e dell’intervento umano sulla vegetazione cittadina. Un lavoro che riflette sui concetti di tempo e di vuoto e sulla capacità nell’arte dell’Ikebana (come nel linguaggio della fotografia) di esaltare dettagli considerati “minori” tramite un processo di decontestualizzazione. Kapwani Kiwanga parte invece dalle composizioni floreali che decorano le cerimonie che celebrano l’indipendenza per affrontare le storie di decolonizzazione dei paesi Africani mentre Haris Epaminonda presenta #21B/H che così racconta: “Ciò che mi interessa dell’Ikebana è la metodologia sistematica di costruire relazioni tra i vari elementi che li costituiscono, sempre a partire da precisi parametri e regole, e come queste nuove relazioni si costituiscano una volta contrapposte a immagini a colori di siti o reperti archeologici, anche solo parzialmente visibili”.
In mostra è poi presente il lavoro di Ettore Sottsass Jr, che tra il 1972 e il 1979 si allonta dalla sua attività di designer di studio per viaggiare in zone desertiche in giro per il mondo alla ricerca di un rapporto più radicale tra oggetto, architettura e paesaggio che ha generato architetture e gesti perforativi temporanei ed effimeri. Poi, Natalie Czech che analizza la pratica vittoriana di usare le composizioni floreali come forma clandestina di comunicazione tra amanti, lavori di Oliver Laric, Bruno Munari, Milena Bonilla e Luisa Ungar e il percorso Serra III.
In ordine: Paul Thuile, selezione della mostra Serra III, a cura di Paul Thuile presso Gärtnerei Schullian Floricultura, veduta dell’installazione. ©ar/ge kunst, Foto Luca Guadagnini, 2017;