The Blank Interiors
The Blank Interiors, in motra da The Flat a Milano, è una serie fotografica di ambientazioni allestite in studio.
Per produrre questa collezione di immagini sono stati messi in scena modelli di erbe, piante, alberi e sassi su uno spazio di fondali dipinti. I modelli allestiti e scolpiti sono stati realizzati in carta e metallo e dipinti con colori acrilici e pigmenti. Allo stesso modo sono stati costruiti i terreni attraverso grandi fondali opportunamente messi in scena e scolpiti. Sono spazi artificialmente naturali, nati da un senso di esaurimento del fotografabile e dal suo superamento. Quando ogni luogo è già stato ritratto, non rimane che fare un’istantanea di ciò che quel luogo significa.
Queste composizioni, che non a caso sono verticali come nell’iconografia tipica della pittura sacra, guidano lo sguardo attraverso scenografie naturali sovraffollate e quasi impenetrabili. Un subisso di elementi, volutamente moltiplicati, volutamente eccessivi, conduce paradossalmente a una sensazione di smarrimento e vuoto. L’istinto di conservazione si trasforma così nella ricerca di un punto di fuga. E ci costringe a riflettere sui concetti di natura, realtà e finzione.
Il teatro dell'anima
Testo di Davide Arini
Blank Interiors sono immagini dettagliate e brillanti. Ambientazioni del tutto naturali. Eppure quando le guardiamo il nostro occhio si muove velocemente e la mente lo segue confusa. Qualcosa non torna e noi proviamo una vaga sensazione di disagio. Perché? Perché in queste opere non vediamo mai la linea dell’orizzonte e ci perdiamo nel punto di fuga. Quest’ultimo sfuma nel contesto, sottraendosi al suo ruolo di guida e agitando così il nostro intimo. Il punto di fuga è l’equivalente visivo della verità. La sua ricerca è l’espressione fisica del bisogno di conoscere. Come persone siamo singolarità evanescenti ed effimere. Vittime del caso, di ciò che è accidentale e privo di un seguito. Questa condizione alla lunga crea un vuoto dentro di noi. Ecco perché abbiamo bisogno di risposte e punti fermi. Anche visivi. Blank Interiors ci costringono a cercare una risposta e ci fanno riflettere sul perché non è possibile averla. Offrono alla nostra vista ambientazioni ricche di particolari ma anche semplici: metafore di una molteplicità che non è tanto quella svariata e cangiante del mondo, ma quella misurata della nostra interiorità. Potremmo quasi dire che sono la rappresentazione visiva del teatro della nostra anima. Un’istantanea delle sfumature di emozioni e pensieri che costituiscono il divenire della nostra persona. Vale la pena ricordare che la parola “teatro” significa il luogo fisico dell’azione ma anche l’azione stessa. E così sono Blank Interiors: un luogo dell’anima, ma anche l’atto stesso che l’anima esercita per uscire da sé e trovare quella risposta che è destinata a sfuggirle.
Per tutte le immagini: Filippo Armellin, The Blank Interior, courtesy l'artista e The Flat, di Massimo Carasi, Milano