Ritagli di paesaggio e nuove potenzialità estetiche 

 

Paysage (Landscape) è il progetto dell'artista francese Morgane Denzler che è stato recentemente presentato dalla galleria Bendana | Pinel Art Contemporain in occasione dell'edizione 2015 di Artissima. 
Proseguendo nella sua ricerca relativa alla memoria e al paesaggio, Morgane Denzler si appropria di due visioni che decide di mettere in relazione: 'il totale' è così opposto al parziale e al 'punto di vista'.
Due filosofie, due approcci, vengono confrontati. Il risultato è una serie di nuovi lavori all'interno dei quali il paesaggio è materialmente piegato e dispiegato nello spazio. In occasione della fiera torinese, dieci piedistalli di differenti altezze fungono così da supporto per altrettante stampe fotografiche su alluminio lavorato e modellato.

 

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Morgane Denzler, Paysage (Landscape), 2015. Courtesy l'artista e Bendana | Pinel Art Contemporain


L'artista presenta una cartografia ibrida relativa ai paesaggi alpini (luoghi meravigliosi a due passi dal capoluogo piemontese), invitando lo spettatore a dimenticare l'osservazione del paesaggio secondo un'unica prospettiva, in favore di una sua visione decentralizzata e destrutturata.
E' infatti necessario passeggiare attorno ai lavori per permettere al paesaggio di apparire ai nostri occhi (non tutto è svelato all'istante); lasciandosi guidare alcune sue parti si rivelano mentre altre si nascondono.
Morgane Denzler decostruisce così fisicamente un rapporto con la natura che lei considera distorto ed errato. L'approccio comune all'osservazione (frontale, totalizzante) viene deviato verso un'esperienza poetica (visiva e sensoriale) del paesaggio, le cui declinazioni esperienziali sono potenzialmente infinite. Chi osserva è così catturato dalle correlazioni e dalle possibilità formali ed estetiche che da esso nascono.
Se la tradizione occidentale ha creato e introdotto un'idea, oltre ad una visione estetica, ben definita del paesaggio, l'artista decide che è tempo di ripensare alla vastità, la profondità e la densità che lo caratterizzano.
Nel suo lavoro il paesaggio non è solamente la sede di incontro tra uomo e ambiente naturale ma è soprattutto lo spazio e il luogo all'interno del quale nascono tutte le 'esperienze del mondo'.

 

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Morgane Denzler, Paysage (Landscape), 2015. Veduta dell'installazione ad Artissima 2015. Courtesy l'artista e Bendana | Pinel Art Contemporain


In conversazione con l'artista


Andrea Lerda
Cara Morgane, innanzitutto grazie per la tua disponibilità e complimenti per il tuo lavoro, molto interessante. Per cortesia, mi potresti spiegare come mai hai deciso di realizzare il progetto Paysage (Ladscape)?
Morgane Denzler
Il progetto Beyond Landscape, da cui questo progetto prende vita, si è sviluppato naturalmente dopo un periodo trascorso nelle Alpi. Si è trattato della prosecuzione di una ricerca sul paesaggio e sulla cartografia, iniziata nel 2012, dal titolo 'Cartographie'. Questo primo step indagava già quello che è il modo in cui l'occidente rappresenta il paesaggio.

A.L.
Che cosa rappresenta il paesaggio nella tua vita e poi nella tua pratica artistica? Inoltre, che cos'è oggi il paesaggio?
M.D.
Ritengo che le questioni siano due: innanzitutto c'è il paesaggio che l'uomo genera in seguito alla sua presenza e azione, al fine di condurre un'esistenza quotidiana. Esiste poi il paesaggio naturale con il quale egli interagisce in maniera totalmente differente: si tratta di luoghi caratterizzati da limiti che vanno oltre lo spazio fisico, in cui l'essere umano sperimenta i propri limiti fisici e intellettuali. A questo proposito il paesaggio secondo me è un vasto terreno di sperimentazione, di scoperta e comprensione di sé.

 

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Morgane Denzler, Paysage (Landscape), 2015. Veduta dell'installazione ad Artissima 2015. Courtesy l'artista e Bendana | Pinel Art Contemporain


A.L.

Se interpreto correttamente, tu proponi di decostruire quella che è una visione consueta e tradizionale nel modo di osservare il paesaggio (parliamo dell'approccio occidentale ed europeo di guardare e vivere il paesaggio) e sostieni la necessità di tornare a essere di nuovo parte di esso.
M.D.
In realtà è una questione aperta, che non vuole essere l'unico modo corretto di approcciarsi al paesaggio. La necessità di decostruirlo, di spezzarlo, di piegarlo e ridurlo in piccole parti, rappresenta per me il bisogno di comprendere la storia e le modalità secondo cui la mia stessa cultura lo percepisce. Molto spesso si tratta proprio del contrario delle mie intuizioni naturali in materia di paesaggio. Devo molto alle mie ricerche e alle letture di Vivre le Paysage (2014) di François Julien, che mi ha permesso di scoprire l'esistenza di modi totalmente diversi di percepire, guardare e vivere il paesaggio in relazione alla cultura.
Il mio lavoro tende a proporre differenti sentori di pensieri e visioni sperimentali che appartengono a tutti noi. Accolgo e comprendo il diritto all'errore, alla confusione e all'evasione, in un mondo dove la nostra percezione è estremamente influenzata dai media, dunque guidata e preconcetta. Tutto questo è per me l'occasione per generare una distanza tra l'uomo e tutto ciò che lo circonda. In ogni caso questo tentativo di individuare e catturare tutte le modalità possibili di osservazione del paesaggio in relazione alle predisposizioni e alle culture individuali è molto affascinante.

A.L.
Che cosa accade esattamente dopo la decostruzione del punto di vista unico?
M.D.
Non sono sicura di essere in grado di rispondere a questa domanda perché non posso in ogni caso evadere da questo punto di osservazione unico. (europeo). Tuttavia sono convinta che dopo la decostruzione di questo unico punto di vista possa esistere un modo certamente affascinante di relazionarsi con l'ambiente.

A.L.
'Il paesaggio non è solamente il luogo di incontro tra uomo e ambiente naturale, è soprattutto dove tutte le esperienze del mondo accadono.' Che cosa intendi?
M.D.
Citi queste parole da un bel testo scritto dal critico d'arte Julie Crenn. Penso che lei intendesse dire che l'uomo necessita di comprendere la sua stessa presenza in questo mondo attraverso le azioni e le prese di posizione fisiche e non, all'interno di un ambiente vasto tanto quanto lui.

 

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Morgane Denzler, Paysage (Landscape), 2015. Veduta dell'installazione ad Artissima 2015. Courtesy l'artista e Bendana | Pinel Art Contemporain