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Minna Kantonen, Untitled [HEL1001], dalla serie Urban Vistas, 2010. Courtesy Matèria gallery e l'artista


Rimanda a qualche cosa di tangibile ed evoca sensazioni organiche; in realtà Matèria è il nome della nuova galleria che ha inaugurato venerdì 17 aprile a Roma, sotto la direzione di Niccolò Fano.
Il progetto, a nostro avviso, parte decisamente bene, con una mostra dal titolo On Landscape #2, interamente dedicata al tema del paesaggio. Le artiste sono tre: Dafna Talmor, Emma Wieslander e Minna Kantonen, fondatrici di On Landscape Project, progetto tematico che ha nel DNA l'intendo di indagare le declinazioni estetiche, gli aspetti formali, le implicazioni concettuali e relazionali legate alla dimensione paesaggistica contemporanea.
On Landscape #2, secondo step che rientra in un progetto più elaborato e complesso, consente di approfondire e ampliare una ricerca avviata in occasione della prima edizione On Landscape #1, che si è tenuta al Guest Projects di Yinka Shonibare - Londra, nel marzo 2014, favorendo così lo sviluppo di ulteriori riflessioni sulla rappresentazione del paesaggio in relazione a idee precostituite, tradizioni e convenzioni iconografiche frequentemente associabili a questo tema.
Le tre artiste sono affiancate da Marco Strappato che, in veste di guest artist, fornisce un apporto tematicamente affine al loro lavoro.

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Minna Kantonen Urban Vistas

In ordine: Emma Wieslander, Untitled #4, dalla serie Wish You Were Here, 2010; Marco Strappato, Untitled, 'Three empty frames', vetro, immagine trovate, pittura spray, 2013; Minna Kantonen, Untitled, dalla serie Urban Viastas, 2009. Courtesy Matèria gallery e gli artisti


'Incentrato sulla realtà, il lavoro Constructed Landscapes, di Dafna Talmor, ruota attorno alla creazione di spazi immaginari, secondo una modalità rappresentativa e meta-linguistica che fa della fotografia stessa l'oggetto della sua investigazione artistica. L'opera dell'artista, Israeliana di origini, ma attiva a Londra, rievoca alla mente lavori carichi di un forte Pittorialismo, nascendo dall'unione di parti di negativi ritagliati che vengono fatti collassare assieme. Creando scenari apparentemente immaginari, incorporati in una realtà decomposta, le immagini sono così rivisitate e ricostruite per diventare qualcosa di 'altro'.
La svedese Emma Wieslander presenta invece Wish You Were Here, costruendo il suo paesaggio con un gioco percettivo ed evocativo. Che cos'è più romantico di un tramonto? Quanti di noi, almeno una volta, non sono riusciti a smettere di guardare il sole rossastro, mentre scompariva oltre la linea del tramonto? In questo progetto, le immagini di Emma Wieslander sfruttano la dualità tra finzione e realtà, fatte coesistere in una singola ed evocativa immagine.
In contrasto, la serie Urban Vistas di Minna Kantonen propone un'estetica del paesaggio più tradizionale, meno astratta rispetto all'approccio della Talmor e della Wieslander. La fotografa Finlandese, anche lei attiva a Londra, porta avanti una ricerca artistica legata alla presenza della natura negli ambienti urbani, all'interno dei quali il verde coesiste con mattoni e cemento. Nel progetto Urban Vistas, gli alberi trovano così la loro casa, piuttosto che nel terreno, su colline asfaltate, esito e simbolo di un'incessante processo di urbanizzazione.
Il lavoro installativo di Marco Strappato, nasce invece dall'unione della fotografia, del collage e della tecnica digitale. Utilizzando immagini che provengono dalla cultura consumistica, i tre medium sono il pretesto e lo strumento necessario per dare vita a una riflessione in questo senso. Spinto dal processo di manipolazione e di rielaborazione, Strappato trae infatti ispirazione dal calderone delle immagini che, attraverso riviste, giornali e televisione, bombardano la nostra vita quotidiana. Queste, vengono così riutilizzare per generare una discussione silenziosa ma critica con lo spettatore, in merito alla percezione che abbiamo del mondo, potenzialmente contaminata e ad appannaggio dei codici della società contemporanea.'*

*Parti del testo sono estratti da un saggio di Francesca Orsi

Dafna Talmor Constructed Landscapes

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Dafna Talmor, Untitled; Untitled (BR-1414-1); Untitled (EA-131313-4), dalla serie Constructed Landscapes II, 2014. Courtesy Matèria gallery e l'artista


Uno degli elementi cardine che contraddistingue il progetto consiste in una collezione di libri d'artista, autoprodotti e di bassa tiratura. Le 44 pubblicazioni incluse in On Landscape #2, frutto di un bando internazionale, sono state selezionate da una commissione formata da sette giudici: Chiara Capodici e Fiorenza Pinna, fondatrici di 3/3, Gianpaolo Arena, editor di Landscape Stories, Niccolò Fano, direttore di Matèria e Dafna Talmor, Emma Wieslander e Minna Kantonen, team di On Landscape Project. L'esposizione dei libri mira ad ampliare il dialogo sul tema del paesaggio, realizzando una piattaforma volta a favorire una riflessione approfondita grazie all'inclusione di un numero esteso e diversificato di lavori.

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ON LANDSCAPE #2
Matèria gallery / Roma
Fino al 16 maggio 2015