Massimo Vitali fotografo italianofotografia paesaggio
			4849 Cala Mariolu coda

Massimo Vitali, Cala Mariolù, Coda, 2014. Courtesy Massimo Vitali e Studio la Città

Antropologo del paesaggio

 

Spiagge, litorali marini, piscine, scogliere, giardini, piazze, ma anche piste sciistiche, cime innevate, laghi e discoteche. Scatti fotografici avvenuti di giorno e di notte.
Massimo Vitali unisce la presenza umana, il paesaggio, la natura e i luoghi ritratti in un unico 'Giuoco delle parti'.
Il fotografo italiano, tra i più riconosciuti a livello nazionale e internazionale, punta l'obiettivo della sua macchina fotografica sul grande teatro che l'essere umano mette in scena ogni giorno.
Folle di bagnanti, resse di giovani in preda alla vita notturna, famiglie sapientemente distribuite nei luoghi di condivisione e di svago festivo. Presenze collocate all'interno di contesti naturali e non, che al contempo coesistono e contrastano con essi.
Il punto di vista di Massimo Vitali è sempre defilato, quasi esterno alla scena. E' un racconto attento e curioso, ma anche coinvolto ed emozionato, come quello di un antropologo.

Massimo Vitali fotografo italianofotografia paesaggio
			4561 Sarakiniko

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In ordine: Massimo Vitali, Sarakiniko, 2011; Spargi Cala Corsara, 2013; Porto Miggiano Horizontal, 2011. Courtesy Massimo Vitali e Studio la Città


Assieme alla presenza umana, quello del paesaggio è evidentemente un tema centrale, che da sempre affascina il fotografo. Un soggetto di lunga data, che ha ispirato pittori, poeti, scrittori, filosofi e intellettuali in ogni parte del mondo.
Nella lettura estetica di Massimo Vitali coesistono diversi generi di paesaggio: il riferimento al pittoresco, al sublime (letto non nell'accezione di Edmund Burke) e al romantico (che evidentemente non esiste senza il sublime).
L'Arte del paesaggio, la sua analisi come oggetto estetico e come epifania della visione, sono una presenza viva nei lavori di Massimo Vitali. Passando dalle ambientazioni più urbane e industriali (del primo periodo), alle scene in cui il contesto naturale ha preso il sopravvento, il fotografo ha riportato in auge il ruolo del paesaggio.

 

Massimo Vitali fotografo italianofotografia
			paesaggioMalbacco

Massimo Vitali fotografo italiano fotografia paesaggio
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In ordine: Massimo Vitali, Malbacco, 2014; Gulpiyuri, 2011. Courtesy Massimo Vitali e Studio la Città


Quella ritratta nelle sue fotografie è una natura docile, gentile, elegante, maestosa. Una presenza che, nonostante il manifestarsi di un neo antropocentrismo post moderno, risulta essere in pace con chi la vive, per nulla severa o minacciosa.
Nessun riferimento diretto a questioni etiche, tanto meno ecologiche, ma una forte consapevolezza, da parte dell'artista, rispetto alle problematiche ambientali ormai ben note e all'ordine del giorno.
'Questo aspetto lo do per scontato nelle mie fotografie, certo che la natura, seppure sfruttata, è più forte dell'uomo e sa come riappropriarsi dei suo spazi'.

 

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Massimo Vitali, Lençois Laguna do Peixe, 2012. Courtesy Massimo Vitali e Studio la Città


Dunque nessun giudizio diretto, nessuna ammissione di colpa. L'intento del fotografo non è questo. Piuttosto, la messa al centro dell'immaginazione. Quella che ci stimola a osservare, riflettere, interpretare, costruire il senso, definire e ridefinire la relazione identitaria tra l'uomo, che vive i luoghi, e la natura, che ne accoglie silenziosamente la presenza. Un rapporto strettissimo, ancestrale, che costituisce il cuore del nuovo progetto al quale l'artista sta lavorando in questo periodo. Si tratta di Visibles / Invisibles, una nuova serie di fotografie sulla figura dei migranti, non fotografati nel momento dello sbarco, in quell'istante così tragico, che la macchina mediatica ci propone costantemente. Massimo Vitali, evita la violenza e l'invadenza del fotoreporter e decide di cogliere le loro vite nel momento successivo: quello di transito, tra la fase di abbandono di un luogo (la terra di origine) e la ricerca di un nuovo posto dove vivere. Un momento estremamente intenso, ma invisibile, all'interno del quale è necessario ridefinire e ricostruire la propria identità e la relazione con il mondo attorno a sé.

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Massimo Vitali, Lençois Achrome, 2012; Lençois Laguna do Peixe NYT Cover, 2012. Courtesy Massimo Vitali e Studio la Città


Un ringraziamento speciale a Massimo Vitali e a Kate Collins per la collaborazione alla pubblicazione di questa news.