RESTORING THE WORLD
All'interno del dibattito tra etiche ambientali antropocentriche e anti antropocentriche, che si è sviluppato a cavallo e nella seconda metà del secolo scorso, la visione di Giorgia Severi potrebbe rientrare in quella che è stata definita come 'etica della responsabilità'. John Passmore è stato tra i primi a includere tale termine all'interno del dibattito ecologico, pubblicando nel 1974 il libro Man's Responsibility for Nature. Quella di Passmore è una posizione che, pur conferendo alla natura un valore meramente strumentale, ci invita a ripensare eticamente il nostro modo di amministrare le risorse presenti in essa.
Responsabilità dunque come azione primaria del genere umano, volta ad assicurare a se stesso un ambiente non depauperato o irrimediabilmente devastato.
La ricerca artistica di Giorgia Severi è il risultato di un sentimento profondo che mette al centro questo senso di responsabilità. L'arte diventa così un mezzo per compiere azioni culturali, sociali, di denuncia e di sensibilizzazione rispetto a tematiche che coinvolgono l'uomo e la Terra.
Giorgia Severi, Cura/Restoring the World. OPERAZIONE CAMPO BASE, performance, Ravenna 2013. Photo credit Emiliano Biondelli. Courtesy l'artista.
FUOCO
CURA / RESTORING THE WORLD
Restaurare significa rigenerare oggetti guasti, rotti, rovinati, ma può voler dire anche rieducare e correggere atteggiamenti o comportamenti errati che ogni giorno le persone compiono. L'azione Cura / Restoring the world, ci invita a riflettere sul fenomeno degli incendi dolosi che affliggono ogni anno il nostro Paese. Partendo da quello che nel 2012 danneggiò la pineta di Lido di Dante/Classe, nel ravennate, Giorgia Severi ha realizzato nel 2013 la performance Operazione Campo Base. L'azione invita ognuno di noi a diventare custodi responsabili dei boschi e delle foreste che ricoprono il territorio
Giorgia Severi, Restoring the World. CURA, 2012-2013, installazione, dimensioni variabili, legno e cemento.
Giorgia Severi, Restoring the World. BARK #1 - #2, 2013, carbone su carta, 100x150 cm.
Courtesy l'artista.
ACQUA
TO EVERYONE
Elemento fondamentale per la vita, l'acqua non è un bene accessibile a chiunque. Fonte di dibattito a livello umanitario, politico e oggetto di contesa economica, l'acqua è il cuore dell'opera To Everyone, realizzata nel 2012 durante l'Artist Residency presso Dolomiti Contemporanee.
Partendo da un difetto strutturale dell'edificio che ospitava l'evento, Giorgia Severi ha deciso di raccogliere l'acqua piovana che filtrava dal tetto. Un enorme masso di pietra dolomia, posizionato in corrispondenza della perdita, ha così assolto il compito di contenitore prezioso, carico di valenze simboliche.
TERRA
WARNING
L'habitat teorizzato per un futuro, tutt'altro che roseo, è il cemento. Piante costrette a farsi spazio tra colate di asfalto e aree verdi soffocate da distese urbanizzate. Warning ci mette in guardia rispetto ad una condizione sempre più soffocata e soffocante, nella quale si trova l'ambiente naturale che ci circonda. L'opera è una provocazione che ha tuttavia riscontri evidenti nelle metropoli contemporanee. Attenzione, o il rischio può essere quello di trovarsi su una strada senza ritorno, di camminare su un sentiero che finirà col diventare un percorso senza uscita.
Giorgia Severi, TO EVERYONE, 2012, pietra dolomia, 150 cm3. Opera realizzata In occasione della mostra TO EVERYONE presso Dolomiti Contemporanee. Courtesy l'artista.
LAND
Ogni popolazione sviluppa i propri atteggiamenti e comportamenti in relazione alla terra che abita. La relazione con essa costruisce un'identità unica fatta di cultura, costumi e tradizioni. Senza la terra tutto muore e la memoria scompare.
Questo è ciò che accade quando ci si trova di fronte a territori rubati alle popolazioni che li abitano. Questo è il messaggio di Land, che documenta la situazione degli aborigeni australiani e delle loro terre sequestrate. Il progetto, in fase di lavorazione, sarà presentato presso la Fondazione Gervasuti, in occasione della prossima Biennale di Venezia.