Laura Renna, Vetta, 2014, stampe fotografiche sagomate e cucite, filo dorato, spilli da sarto, legno di abete, cm 157x60x60.
Courtesy l'artista e Galleria Annarumma.
Disarmonica grazia
Se Eugenio Turri definisce il paesaggio come un 'palinsesto di memorie' *, i lavori di Laura Renna sono da sempre la rappresentazione di mondi intimi, emersi dal ricordo e dalla libera espressione delle sue emozioni più autentiche e sincere. Il verde brillante dei prati ancora umidi, il lento crescere di ogni singolo filo d'erba, la silenziosa e microscopica fioritura delle muffe multicolor, sono alcune delle immagini catturate e fotografate dallo sguardo dell'artista.
Il tentativo di interagire con la natura, e non solo, il desiderio di sperimentare e di accendere i riflettori su scenari organici sono aspetti che rappresentano la sua produzione artistica passata e presente. L'attenzione all'estetica, alla forma, alle situazioni e agli attimi, sono aspetti fondamentali, così come risulta essere di importanza primaria la fase di progettazione e lavorazione in studio che precede la realizzazione di ogni singolo pezzo.
Laura Renna, Meconopsis grandis, 2014, stampa fotografica montata su dibond, cornice in legno di abete, 63x93x6 cm.
Courtesy l'artista e Galleria Annarumma.
Nella mostra recentemente realizzata presso la Galleria Annarumma di Napoli, Laura Renna ha esposto una serie di nuovi lavori che vanno oltre la presenza fisica di elementi naturali.
La rappresentazione della natura avviene attraverso assemblaggi di fotografie di montagne, sulle quali l'artista è intervenuta con colorazioni digitali e dalle quali ha ritagliato la presenza ingombrante del cielo. E' una natura imprigionata in gabbie dorate, che da morta ritorna a vivere, come in un teatrino fatto di marionette in legno.
Le opere intervengono sullo spazio, si inseriscono in esso, morbidamente, presenziando sotto forma di sculture, installazioni e fotografie.
A destra: Laura Renna, Anacamptis pyramidalis, 2014, stampa fotografica montata su dibond, cornice in legno di abete, 93x63x6 cm.
A sinistra: Laura Renna, Queen Alexandra, 2014, stampa fotografica montata su dibond, cornice in legno di abete, 93x63x6 cm.
Courtesy l'artista e Galleria Annarumma
Pur ricorrendo all'osservazione dal vero, a tutto quanto di bello ci circonda, il racconto di Laura Renna è consapevole dell'impossibilità di eguagliare il concetto di bellezza che solamente nella natura più selvaggia è possibile ritrovare. E dunque, qual è il senso di tutto questo fare arte? L'uomo, nelle veci dell'artista, non è forse una misera sagoma impotente ed inconsapevole al cospetto di una madre che da millenni fa nascere e morire i propri figli? L'artista si pone e ci pone domande che richiedono una discussione ampia. Interrogativi che lasciano trasparire un senso di nostalgia, come 'qualcosa che è più di un sentimento, è la forza che assicura la continuità che giustifica l'esistenza stessa degli individui'.**
Laura Renna, Veduta nr.2, 2014, stampa fotografica, catena in ferro ottonato, cornice in legno di abete, cm 180x95x10, dettaglio.
Courtesy l'artista e Galleria Annarumma.
* Eugenio Turri, Il Paesaggio come teatro. Dal territorio vissuto al territorio rappresentato, Marsilio, 1998, p. 138
** Ibid, p. 56