PER UNA STORIA BIO-POLITICA DEL VERDE / AL PAV DI TORINO
di Claudio Cravero
Critical Art Ensemble, Campo Sterile, 2014, installazione ambientale, terra, trattamento Roundup Ready, 700x300 cm.
Articola sul doppio registro di storia e attualità, la mostra Vegetation as a political agent, a cura di Marco Scotini, riunisce interventi artistici e architettonici di un gruppo di artisti internazionali a documenti di figure pionieristiche delle prime rivoluzioni ecologiche.
Se si pensa alla vegetazione quale agent di cambiamento, ci si chiede anche quali siano, in fondo, le correlazioni tra un vegetale che viene spostato per mano umana e l'influenza paesaggistica e culturale nel radicarsi di una pianta nel nuovo territorio. Inoltre, è possibile analizzare una semplice pianta non solo da un punto di vista botanico ed evoluzionistico, ma anche associandole un tempo storico e sociale? Tra le numerosi questioni, l'esposizione intende indagare il mondo vegetale nel più ampio campo di studio dell'Ecologia umana. Il contesto è dunque aperto, ma al tempo stesso costituito da trame tra loro intrecciate e intricate che, a differenti livelli, disegnano un pezzo di quella storia della cultura e del costume che ancora oggi determina e distingue le nostre abitudini.
Esemplare di Marsilea, coltivazione ex-situ, per gentile concessione dell'Orto Botanico di Torino.
Fernando García-Dory, Dream Farms, Il sentiero perduto: imparare dall'eredità di George Chan, 2009-2014, 87 diapositive, scultura-maquette in ceramica
Dan Halter, Mesembryanthemum Space Invader, 2014, Delosperma cooperi, dimensioni ambientali.
Attraverso documenti e campioni vegetali provenienti dal mondo botanico (in prestito dall'Orto botanico di Torino,) e una serie di narrazioni artistiche intorno al tema, la disamina del 'verde' in mostra si pone come un tentativo di lettura di quei meccanismi che hanno segnato e in parte modificato il corso della storia e lo sviluppo della geografia che oggi conosciamo. Si tratta di quei fenomeni spesso conseguenti a determinate scelte politiche e strategie che hanno posto la vegetazione al centro del dibattito al punto da divenire oggetto di contesa tra popoli e territori. Quale fosse al tempo la priorità del conflitto, il mondo vegetale ha in ogni caso da sempre affascinato e generato sentimenti di accettazione, desideri di possesso, valutazioni di profitto, e mosso la nostra profonda proiezione, individuale e collettiva, nel volerci definire culturalmente attraverso l''altro'.
Con differenti forme e messi espressivi, Ayreen Anastas & Rene Gabri, Imre Bukta, Amilcar Cabral, Filipa César, Critical Art Ensemble, Emory Douglas, Fernando García-Dory, Piero Gilardi, Daniel Halter, Adelita Husni-Bey, Bonnie Ora Sherk, Claire Pentecost, Marjetica Potrč, RozO (Philippe Zourgane & Séverine Roussel), Nomeda e Gediminas Urbonas indagano la vegetazione come corpo e materia in divenire, tracciando al tempo stesso una storia bio-politica del verde.
Ayreen Anastas - Rene Gabri, Semi di sussistenza, 2012
Vegetation as a political agent
a cura di Marco Scotini
fino al 2 novembre 2014
PAV / PARCO ARTE VIVENTE / TORINO