CreditI: Arctic Collection by studio Jens Praet studio Vibeke Skar. Fotografo: Peder Torget
Gli studi di design Jens Praet e Vibeke Skar hanno unito le loro forze e collaborato alla creazione di due nuove collezioni, nate con l'intento di analizzare un tema specifico, quello dell'impatto industriale.
Partendo dalla riflessione su uno dei maggiori effetti del post rivoluzione industriale, ossia il surriscaldamento globale, che rappresenta una delle principali cause dello scioglimento dei ghiacciai, il duo intende catturare l'attenzione delle persone creando oggetti che posseggono un sottile messaggio ambientale.
Il risultato di questa ricerca è una collezione di tavoli realizzati in Corian, che si ispira all'Artico, allo scioglimento e all'erosione dei suoi ghiacciai. Accanto a essa, i designer presentano una seconda collezione di lampade in vetro, anch'essa legata alla rivoluzione industriale e con l'intento di essere una reazione contemporanea agli esiti negativi di quell'epoca.
Crediti: Arctic Collection by studio Jens Praet studio Vibeke Skar. Fotografo: Peder Torget
L'attenzione per l'impatto che le attività umane hanno sull'ambiente è il cuore di un altro progetto che lo Studio jens Praet porta avanti dal 2010: la collezione Shredded.
Come reazione all'enorme quantità di carta di scarto prodotta dagli uffici, questa collazione cerca di ridare nuova vita a tutto questo materiale, trasformando un'idea astratta in realtà.
Lo Studio Jens Praet ha dunque trasformato documenti di scarto e avanzi di riviste in oggetti di nuova utilità. Per raggiungere questo obiettivo i ritagli di carta sono stati mescolati a resina, creando una pasta che indurita ha dato vita ad oggetti di uso comune. Questo mix di carta e resina vanta una consistenza simile a quella del legno e un impatto estetico unico. La carta vive una seconda vita assumendo le fattezze di mobili funzionali e portandoci a riflettere su quando poco attentamente viviamo il quotidiano uso di carta. Ogni pezzo è unico e realizzato a mano.
Shredded low table, 2014. Crediti: Kent Pell, Courtesy: Sebastian + Barquet e Jens Praet