La mostra da HANGAR, Brussels

di Maria Chiara Wang

 

Echoes of Tomorrow rappresenta il primo capitolo di una trilogia con la quale Hangar (Brussels) continua l’esplorazione del mondo contemporaneo e dei suoi grandi interrogativi attraverso lo studio parallelo del mezzo fotografico.  Faranno seguito le mostre Melting Islands e Replica Falsifica, per un totale di 8 artisti.
La prima esibizione inaugurata in occasione di Art Brussels 2023 attraverso i tre progetti artistici Oyster Mushrooms Orchestra (OMO) di Collectif De Anima, Vivants di Matthieu Gafsou e Algues maudites, a sea of tears di Alice Pallot, avvalendosi di prospettive complementari - dalla grande scala all’infinitamente piccolo -, dispiega agli occhi dello spettatore la potenza della natura e rende evidente l’interconnessione di tutti gli elementi che costituiscono ‘l’ecosistema terrestre’.

 


De Anima, Oyster Mushroom Orchestra, 2022. © De Anima and Adem Elahel

 

 

L’installazione ‘bio-aumentata’ del Collettivo De Anima affronta il tema dell'intelligenza del regno vegetale e delle sue capacità di comunicazione e interazione mediante un’immersione nell'organizzazione a rete micorrizica dei funghi ostrica. Una proiezione di macrofotografie animate di tale specie di funghi si combina con un tappeto sonoro realizzato grazie alla capacità dei funghi stessi di convertire le frequenze dei segnali elettrici che li attraversano in onde sonore. Collegati ad elettrodi i funghi attivano la propria attività elettrochimica il cui risultato viene amplificato da un altoparlante parabolico realizzato in micelio. Il dialogo fungino diventa, quindi, un espediente per sensibilizzare il pubblico sull'importanza dei funghi e sull'interesse che dovremmo avere nel comprenderli e proteggerli. L’apparato vegetativo che trasporta gli scambi di tali organismi e che funge da pozzo di assorbimento del carbonio e riserve di nutrienti è, difatti, essenziale per la sopravvivenza delle specie animali e vegetali.

 

 

 

Alice Pallot, Mission vérité terrain, From the series Algues maudites, a sea of tears, 2022. © Alice Pallot

 

 

Il fotografo svizzero Matthieu Gafsou con quest’ultimo progetto del 2022 parla del degrado del nostro pianeta e del posto che occupa l’uomo al suo interno, e lo fa attraverso un mosaico di immagini diverse per tecnica e soggetto; una costellazione di tasselli che messi in relazione forniscono un quadro generale, indiretto e personale delle crisi ambientali contemporanee. È così che un ritratto può essere accostato a un elemento naturale, un paesaggio reale a una raffigurazione allegorica, scatti a colori affiancati ad altri in bianco e nero o alle stampe manipolate con il petrolio, fotografie di tipo documentaristico appaiate ad altre che aprono un varco nel privato dell’artista. ‘L'approccio di Matthieu Gafsou mira a fondere, infatti, la sua vita quotidiana e le persone che ama con le questioni globali, dando vita a una serie crepuscolare e potente.

Chiude questa prima rassegna di artisti Alice Pallot che con la sua opera pone in dialogo fotografia e scienza concentrandosi sul problema delle alghe tossiche che proliferano da diversi anni nelle acque costiere e in alcuni fiumi della Bretagna. L’eutrofizzazione - conseguenza del riscaldamento globale e dei rifiuti dell'agricoltura intensiva - costituisce un problema ambientale e sanitario in quanto genera inquinamento visivo, olfattivo e tossico. Quando le alghe rimangono ammassate all’aria aperta e iniziano a decomporsi, se maneggiate o calpestate rilasciano un gas, l'idrogeno solforato (H2S), che altamente concentrato diventa dannoso e mortale.

 

 

Matthieu Gafsou, Pétrole I, From the series Vivants, 2022

 

 

 

Echoes of Tomorrow
19 Aprile - 10 Giugno 2023
Collectif De Anima - Oyster Mushrooms Orchestra (OMO)
Matthieu Gafsou - Vivants
Alice Pallot - Algues maudites, a sea of tears