Mikala Dwyer, Hanging Garden, 2014, plastica, piante di Giada, terriccio, corda, dimensioni ambientali, courtesy Studio la Città. Foto: Michele Alberto Sereni.
'Proveniamo dalla natura, siamo natura, tutto è natura'. Si potrebbe partire da queste parole dell'artista americano Andre Woodward per esprimere l'intento della mostra De Rerum Natura, attualmente in corso presso gli spazi di Studio la Città a Verona.
Quindici artisti, nazionali e internazionali, propongono la loro idea di natura e analizzano tematiche a essa legate, portando lo spettatore a riflettere sull'importanza e la necessità di un nuovo e costante dibattito su questo tema.
Dalla natura come oggetto di riflessione, alla natura come protagonista diretta delle opere, dalle problematiche ecologiche all'analisi del circostante. Sono queste le tematiche attraverso le quali si sviluppa la mostra. Terra, aria, acqua e fuoco sono i quattro elementi naturali che non mancano all'appello.
A sinistra: Studio Formafantasma, Botanica, 2011, Shellak, Bois Durci, resina Copal, resina Dammar, misure variabili
A destra: Andre Woodward, installation view, 2014, cemento, Ficus benjamin, cavo in metallo, misure variabili
Courtesy Studio la Città e gli artisti, Verona. Foto: Michele Alberto Sereni
Andrea Caretto e Raffaella Spagna espongono per la prima volta in Italia l'opera Prove di rettificazione_rami (2011). Quattro rami che, naturalmente sinuosi e armonici, sono stati rettificati e resi 'altro' attraverso un gesto violento volto a semplificare e banalizzare provocatoriamente l'azione lenta e silenziosa della natura.
Eltjon Valle (artista albanese originario di Kuçovë), con 400 kg oil Earth (2013) denuncia il disastro ecologico della sua terra natale causato dell'estrazione incontrollata e poco sicura del petrolio, mentre Andre Woodward mette assieme il cemento, elemento che appare come costrittivo, e le piante, vive, che nella loro collocazione inusuale riescono comunque a crescere e a proporre una nuova idea di natura.
Mikala Dwyer utilizza 60 piante di Giada per l'installazione Hanging garden, che diventa una sorta di giardino cosmico all'interno del quale lo spettatore ha facoltà di entrare, mentre Studio Formafantasma è presente con il progetto Botanica. Negando volontariamente la dipendenza dal petrolio che caratterizza l'era in cui viviamo i due designer italiani partono da una personale interpretazione e un particolare impiego dei polimeri naturali per realizzare oggetti di design. Il progetto pone l'accento e ci porta a riflettere sulle ricerche scientifiche che vanno in direzione di un'alternativa sostenibile attraverso la proposta di plastiche biodegradabili.
Andrea Caretto I Raffaella Spagna, Prove di rettificazione_rami, 2011, legno (rami flottati, sezionati e ricomposti), 8,20 m; Essere Ciottolo, 2011, oggetti trovati, materiali vari, dimensioni variabili. Courtesy Studio la Città e gli artisti. Foto: Michele Alberto Sereni
La fotografia è presente in mostra con il bellissimo dittico Firiplaka Red Yellow Diptych (2011) di Massimo Vitali. Il soggetto è la roccia, imponente presenza che sovrasta una lingua di spiaggia e di mare. Siamo a Milos, un'isola di origine vulcanica del Mare Egeo. L'opera testimonia il rapporto irresistibile di Vitali nei confronti del suo circostante. Nessun compiacimento, solo lo sguardo, di fronte alla massa rocciosa. E dalla pietra passiamo all'acqua con le architetture di ghiaccio di Lynn Davis. Presenze pulite ed essenziali, figure monumentali che evocano quella sensazione di 'orrore dilettevole' della quale scriveva Edmund Burke parlando del Sublime. Fino al lavoro della svizzera Esther Mathis. In 1 year of atmospheric exposure l'artista ha 'raccolto', per 365 giorni, l'aria e tutte le sostanze presenti in essa. Milano, Oleggio, Berlino, Wintherthur e Zurigo sono le città all'interno delle quali il progetto ha preso corpo.
Elisabeth Scherffig usa il disegno, linguaggio portante all'interno della sua ricerca, per raccontare le cave di pietra, con la dovizia descrittiva che ha come modello la storia dell'arte di maestri come Albrecht Dürer. Mentre della torinese Laura Pugno sono in mostra l'opera Quel che Annibale non vide (2012) e Meccanismi di difesa, (2013). Le nuvole che sorvolano e accarezzano il paesaggio del video, sono presenze delle quali il crinale montano non è consapevole. Come dice il titolo del lavoro, siamo di fronte a un meccanismo di difesa, legittimato dal fatto che lo scorrere delle nuvole è sovrapposto, estraneo alla sua essenza. Le ombre sono a loro volta figure involontarie e, proprio come avviene per ogni meccanismo di difesa, prodotte inconsapevolmente.
Andre Woodward, installation view, 2014. Courtesy Studio la Città e l'artista. Foto Michele Alberto Sereni.
Di Elisa Sighicelli è visibile il video Dance-bound (2007), di Emanuele Becheri, Time out of joint (2008), mentre Luca Rento espone due video della serie dedicata alle Ninfee, realizzata presso la Fondazione Bayeler di Basilea nel 2004.
Tree III è invece un'opera di Jacob Hashimoto che ripensa e ripresenta la struttura dell'albero. Al posto delle foglie troviamo grandi sfere luminose che sembrano galleggiare nell'aria, in netto contrasto con la pesantezza della struttura in legno sottostante. L'occhio di chi guarda non può che essere affascinato e incuriosito da questa insolita creazione.
Laura Pugno, Meccanismi di difesa, 2013, proiezione video, 4'. Courtesy Studio la Città e l'artista. Foto: Michele Alberto Sereni.
De Rerum Natura
A cura di Angela Madesani con la collaborazione di Andrea Lerda
Studio la Città, Verona
Fino al 15.09.14
Artisti in mostra:
Emanuele BECHERI, Andrea CARETTO I Raffaella SPAGNA, Lynn DAVIS, Mikala DWYER, Herbert HAMAK, Jacob HASHIMOTO, Esther MATHIS, Laura PUGNO, Luca RENTO, Elisabeth SCHERFFIG, Elisa SIGHICELLI, Studio FORMAFANTASMA, Eltjon VALLE; Massimo VITALI, Andre WOODWARD.