Forme naturali e strutture di tensione

 

Generazione 1988 e originaria di Helsinki, Anna Reivilä è una giovane fotografa alla quale dedichiamo la news numero 114. La sua ricerca, che arriva dopo una Laurea ed un Master in Arte presso la School of Arts, Design and Architecture della Aalto University, è influenzata in maniera evidente dalle suggestioni ambientali della sfera nord europea, all’interno della quale l’artista è immersa.
La serie “Bond”, che qui vi presentiamo, sembra essere un lavoro al limite del performativo. Partendo dall’utilizzo di un elemento come la corda, la Reivilä trasforma l’iconografia tradizionale di alcune figure naturali che, in maniera provocatoria, relega all’interno di strutture di tensione.
Sfruttando un immaginario erotico, che evoca alla mente l’iper sensualità dei corpi legati, Anna Reivilä genera oggetti inesistenti, in grado di affascinare lo sguardo e di suscitare riflessioni.

 

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In ordine: Anna Reivilä, Bond #17, 2016; Bond #17, 2016; Bond #1, 2014; Bond #3 2014, photo print on fine art paper. Courtesy l'artista e Taik Persons Gallery

“Sono alla ricerca di spazi all’interno dei quali gli elementi della natura si combinano per creare tensioni naturali interessanti e continuo questo dialogo attraverso la mia interpretazione, estendendo, impacchettando ed esaltando queste forme “indigene”. Creo un nuovo senso del volume partendo dall’esistente”.

Secondo quanto testimonia la tradizione religiosa giapponese, le corde e i nodi simboleggiano gli elementi di connessione tra l’umano e il divino, costituendo il mezzo per identificare la dimensione sacra dello spazio e del tempo. Traendo ispirazione dalle immagini di Araki Nabuyoshi, dal loro mix fatto di cruda violenza e bellezza, Anna Reivilä analizza la relazione tra l’uomo e la natura facendo leva sull’immaginario tradizionale giapponese del bondage.
La versione originale della parola è “kinbaku”, che letteralmente significa “la bellezza di un legame stretto”; un termine che ben rappresenta il delicato equilibrio tra l’essere tenuto assieme e il trovarsi su un punto di imminente rottura.
L’utilizzo di corde costituisce la forma prediletta di disegno di Anna Reivilä. Le linee creano interazioni e connessioni tra gli elementi, producendo anche una ridefinizione del paesaggio all’interno del quale si inseriscono. Ma queste sorta di disegni tridimensionali, per la loro natura transitoria e instabile esistono solamente nell’attimo in cui nascono.

 

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In ordine: Anna Reivilä, Bond #2, 2014; Bond #13, 2016; Bond #18 2016, photo print on fine art paper. Courtesy l'artista e Taik Persons Gallery